È un dogma di fede, l’esistenza degli angeli, definita più volte e a più riprese dalla Chiesa, dal Concilio di Nicea e fino al Vaticano I. Tutto ciò che li riguarda fa parte di uno studio proprio, detto “angeologia”, di cui si sono occupati i Padri della Chiesa e i più grandi teologi che hanno riflettuto molto sulla spiritualità di questi, facendone materia centrale del Magistero, in cui si afferma che gli angeli sono esseri di tutto spirito, senza corpo, immortali e immutabili, che si rendono visibili solo per esplicare il proprio operato.
Chi sono gli Angeli e quanti sono?
Il termine “angelo” sta a indicare una creatura celeste particolarmente vicina a Dio; ricorre nel Nuovo Testamento ben 175 volte; nell’Antico addirittura 300. Proprio qui, inoltre, se ne individua anche la funzione di milizia celeste suddivisa in nove gerarchie: Cherubini, Serafini, Troni, Dominazioni, Potestà, Virtù Celesti, Principati, Arcangeli, Angeli. Puri spiriti, provvisti di intelligenza e di volontà, di loro si parla spesso come di messaggeri o esecutori degli ordini divini, comparendo, infatti, nei momenti cruciali della storia della salvezza. Il Concilio Lateranense IV, inoltre, definisce come verità di fede il fatto che alcuni angeli, abusando della propria libertà, possano cadere nel peccato: è quanto accaduto a Lucifero, il più bello tra loro, che peccando di orgoglio contro Dio, è caduto nelle profondità dell’inferno. Tornando alle gerarchie angeliche, infine, queste si distinguono per i loro compiti e per altri segni identificativi: ad esempio i Serafini, essendo i più vicini a Dio, sono colorati di rosso, a indicare un amore particolarmente ardente; i Cherubini, invece, hanno le ali cosparse di occhi come quelle del pavone.
L’Angelo Custode
Tra i compiti attribuiti agli angeli dalla Sacra Scrittura, c’è pure quello di accompagnare l’uomo sulla via del bene e di offrire al Signore le nostre preghiere e i nostri sacrifici: è questo il ruolo dell’Angelo Custode che, pur essendo una verità di fede oggi trova poco spazio, relegato al catechismo che si insegna ai bambini. Nel Battesimo, infatti, ogni cristiano riceve in dono da Dio il proprio Angelo Custode, presenza silenziosa che lo accompagnerà e lo guiderà per tutta la vita: un compagno di viaggio, una figura esemplare, ma anche un fratello maggiore. Nei secoli, pur essendo invisibili, gli angeli sono stati rappresentati in vari modi: per lo più in atteggiamento adorante verso Dio, ma anche addolorati nelle rappresentazioni delle deposizioni; spesso, infine, come musicisti nel presepe o guerrieri nella lotta contro il demonio.
Origini della memoria liturgica
La memoria dei Santi Angeli si celebra il 2 ottobre fin dal 1670, per volere di Clemente X, mentre la Chiesa ortodossa ha preferito la data dell’11 gennaio. Precedentemente questa festa veniva celebrata il 29 settembre assieme a quella dei tre arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, dai quali si differenziò diventando espressamente la memoria degli Angeli Custodi prima nella Spagna del ’400, diffondendosi poi in Portogallo, in Austria e da qui in tutta Europa. Di fatto, la devozione per gli angeli è più antica di quella per i Santi ed ebbe particolare importanza nel Medioevo grazie ai monaci eremiti che conducevano una vita di raccoglimento, silenzio e preghiera in compagnia solo del loro Angelo Custode.
Angelo di Dio,
che sei il mio custode,
illumina,
custodisci,
reggi e governa me,
che ti fui affidato dalla Pietà celeste.
Amen.