“Ci inchiniamo profondamente di fronte alla testimonianza della vita e della morte di Edith Stein, illustre figlia di Israele e allo stesso tempo figlia del Carmelo. Suor Teresa Benedetta della Croce, una personalità che porta nella sua intensa vita una sintesi drammatica del nostro secolo, una sintesi ricca di ferite profonde che ancora sanguinano; nello stesso tempo la sintesi di una verità piena al di sopra dell’uomo, in un cuore che rimase così a lungo inquieto e inappagato, “fino a quando finalmente trovò pace in Dio””, queste parole furono pronunciate dal Papa Giovanni Paolo II in occasione della beatificazione di Edith Stein a Colonia, il 1° maggio del 1987.

 

“Ave Crux, Spes Unica”. E’ con lo sguardo fisso alle braccia aperte di Cristo sulla croce, unica speranza, che Edith Stein affronta il martirio nelle camere a gas di Auschwitz Birkenau nel caldo agosto 1942. E’ il culmine di un lungo percorso interiore che l’ha portata dallo studio della filosofia all’impegno per la promozione umana, sociale e religioso della donna, alla vita contemplativa. Nata a Breslavia nella Slesia tedesca nel 1891, undicesima figlia di una coppia di ebrei molto religiosa, Edith si distingue da subito per l’intelligenza brillante che favorirà una visione razionalistica e il giovanile distacco dalla religione. Interrompe gli studi solo durante la Prima Guerra Mondiale per soccorrere i soldati come infermiera della Croce Rossa. Sarà l’incontro con la Fenomenologia del filosofo Husserl, di cui diviene assistente all’Università di Friburgo approfondendo il tema dell’empatia e quello con il filosofo Max Scheler, insieme alla lettura degli esercizi di Sant’Ignazio e della vita di Santa Teresa d’Avila, a far scaturire la conversione al cristianesimo.

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Data:
Agosto 9