Note: P = colui/colei che guida la preghiera; T = tutti
All’inizio della preghiera è prevista, se possibile, l’accensione delle candele della corona di avvento; se questa non è presente si può accendere una candela o, più semplicemente, si può accendere interiormente una candela nel proprio cuore, segno della nostra attesa di Gesù, luce del mondo, principe della pace.
Durante l’accensione della candela possiamo cantare il seguente canto o un altro canto adatto:
IL SIGNORE È LA LUCE
(strofe a scelta)
1. Il Signore è la luce che vince la notte!
Gloria, gloria! Cantiamo al Signore! (2v)
2. Il Signore è la luce che illumina il mondo!
3. Il Signore è la luce che illumina i cuori!
4. Il Signore è l’amore che rende fratelli!
5. Il Signore è promessa di un futuro di pace!
6. Il Signore è la luce che guida verso il Regno!
La Novena può essere celebrata sia singolarmente o in famiglia, sia in parrocchia o in comunità, magari ampliandola con il canto del Benedictus
(la mattina) o del Magnificat (la sera), inserendo un momento di adorazione silenziosa, preparando ogni giorno delle intenzioni particolari relative alla vita della comunità e così via.
L’ELMO DELLA SPERANZA – 17 dicembre – 2° giorno
Segno della Croce
P. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
T. Amen.
Invocazione
P. O Sapienza, che esci dalla bocca dell’Altissimo, ti estendi ai confini del mondo, e tutto disponi con soavità e con forza:
T. vieni, insegnaci la via della saggezza. Accensione della luce
P. La lampada accesa sia il segno della nostra attesa, Signore.
T. Noi accendiamo questa luce: tu, Signore, accendi la nostra fede, ravviva la nostra carità, aumenta la nostra speranza perché siamo pronti, quando Cristo verrà nella gloria, a entrare nel tuo Regno di luce. Amen
Ascoltiamo la parola di Dio dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi [5, 4-11]
4 Fratelli, voi non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro.
5 Infatti siete tutti figli della luce e figli del giorno; noi non apparteniamo alla notte, né alle tenebre.
6 Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e siamo sobri.
7 Quelli che dormono, infatti, dormono di notte; e quelli che si ubriacano, di notte si ubriacano.
8 Noi invece, che apparteniamo al giorno, siamo sobri, vestiti con la corazza della fede e della carità, e avendo come elmo la speranza della salvezza.
9 Dio infatti non ci ha destinati alla sua ira, ma ad ottenere la salvezza per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo.
10 Egli è morto per noi perché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui.
11 Perciò confortatevi a vicenda e siate di aiuto gli uni agli altri, come già fate.
Riflessione (Papa Francesco, Udienza generale, 01.02.2017)
Paolo invita a tenere salda sul capo come un elmo, soprattutto nelle prove e nei momenti più difficili della nostra vita, «la speranza della salvezza». È un elmo. Ecco cos’è la speranza cristiana. Quando si parla di speranza, possiamo essere portati ad intenderla secondo l’accezione comune del termine, vale a dire in riferimento a qualcosa di bello che desideriamo, ma che può realizzarsi oppure no. Speriamo che succeda, è come un desiderio. Si dice per esempio:
«Spero che domani faccia bel tempo!»; ma sappiamo che il giorno dopo può fare invece brutto tempo… La speranza cristiana non è così. (…) La speranza cristiana è l’attesa di una cosa che è già stata compiuta e che certamente si realizzerà per ciascuno di noi. (…) Sperare quindi significa imparare a vivere nell’attesa. Imparare a vivere nell’attesa e trovare la vita. Quando una donna si accorge di essere incinta, ogni giorno impara a vivere nell’attesa di vedere lo sguardo di quel bambino che verrà. Così anche noi dobbiamo vivere e imparare da queste attese umane e vivere nell’attesa di guardare il Signore, di incontrare il Signore. Questo non è facile, ma si impara: vivere nell’attesa. Sperare significa e implica un cuore umile, un cuore povero. Solo un povero sa attendere. Chi è già pieno di sé e dei suoi averi, non sa riporre la propria fiducia in nessun altro se non in sé stesso. (…)
Una cosa che a me tocca tanto il cuore è un’espressione di san Paolo, sempre rivolta ai Tessalonicesi. A me riempie della sicurezza della speranza. Dice così: «E così per sempre saremo con il Signore» (1 Ts 4,17). Una cosa bella: tutto passa ma, dopo la morte, saremo per sempre con il Signore. È la certezza totale della speranza.
Silenzio e riflessione personale
Ognuno può sottolineare una parola o un frase che sente particolarmente importante e, se vuole, condividerla con i presenti.
Oggi preghiamo il Signore….
– perché cessi ogni guerra
– per coloro che governano le nazioni, perché scelgano con coraggio le vie della pace e del bene comune dell’intera famiglia umana.
Ognuno può aggiungere una o più intenzioni di preghiera.
Concludiamo con la preghiera del Signore:
Padre Nostro
P. O Cristo, stella radiosa del mattino, incarnazione dell’infinito amore, salvezza sempre invocata e sempre attesa, tutta la Chiesa ora ti grida come la sposa pronta per le nozze:
T. vieni, Signore Gesù, unica speranza del mondo.
P. Il Signore rende sicuri i nostri passi e ci guida verso il suo Regno. Con le lampade accese andiamo incontro a Cristo Signore.
T. Amen. Rendiamo grazie a Dio.
Preghiamo Maria, Madre di Dio
P. Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio:
T. non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.
Un pensiero al giorno
Voi che l’avete intuito per grazia, continuate il cammino, spargete la vostra gioia, continuate a dire che la speranza non ha confini». (David Maria Turoldo)