4 febbraio – Incontro Cammino Sinodale
Domenica Ore 15,30 incontro con quanti desiderano continuare il cammino sinodale.
L’incontro si svolgerà negli spazi della casa della famiglia parrocchiale.
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Domenica Ore 15,30 incontro con quanti desiderano continuare il cammino sinodale.
L’incontro si svolgerà negli spazi della casa della famiglia parrocchiale.
FESTA DELLA PRESENTAZIONE DI GESU’ AL TEMPIO – CANDELORA
Oggi è la festa della Presentazione del Signore al tempio, che celebra l’incontro luminoso tra Gesù e l’umanità che lo attende. Nel riconoscimento del Messia da parte di Simeone e Anna, la conferma di una tenacia e di una ostinazione, nonostante la fragilità, che vincono su tristezze e desolazione. E’ la festa della Presentazione di Gesù Bambino al tempio durante il quale Gesù viene definito dal vecchio Simeone «luce per illuminare le genti»
Cade il 2 febbraio, esattamente 40 giorni dopo il Natale. È la festa liturgica della Presentazione al Tempio di Gesù, raccontata dal vangelo di Luca (2,22-40), e popolarmente detta “candelora” perché in questo giorno si benedicono le candele, simbolo di Cristo luce del mondo come viene chiamato il Bambino Gesù dal vecchio profeta Simeone: «I miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele». La stessa frase, peraltro, è ripetuta nella preghiera di compieta che chiude la giornata.
Questa festa chiude le celebrazioni natalizie e con la profezia di Simeone alla Vergine Maria («anche a te una spada trafiggerà l’anima») apre il cammino verso la Pasqua.
La devozione al Sacro Cuore di Gesù, attraverso la pia pratica dei nove primi venerdì del mese, venne diffusa dalla suora Santa Margherita Maria Alacoque ( 1647-1690 ). Nel corso della sua vita ebbe numerose apparizioni e locuzioni di Gesù che ella descrisse in una serie di lettere al proprio direttore spirituale.
Che cos’è la Grande Promessa?
E una straordinaria e specialissima promessa del Sacro Cuore di Gesù con la quale Egli ci assicura l’importantissima grazia della morte in grazia di Dio, quindi la salvezza eterna.
Ecco le precise parole con cui Gesù manifestò la Grande Promessa a S. Margherita Maria Alacoque:
«IO TI PROMETTO, NELL’ECCESSO DELLA MISERICORDIA DEL MIO CUORE, CHE IL MIO AMORE ONNIPOTENTE CONCEDERÀ LA GRAZIA DELLA PENITENZA FINALE A TUTTI COLORO CHE SI COMUNICHERANNO IL PRIMO VENERDÌ DEL MESE, PER NOVE MESI DI SEGUITO. ESSI NON MORRANNO NELLA MIA DISGRAZIA, NÈ SENZA AVERE RICEVUTO I SANTI SACRAMENTI, E IN QUEGLI ULTIMI MOMENTI IL MIO CUORE DARÀ LORO UN SICURO ASILO».
La condizione
Chi fa una promessa ha diritto di metterci la condizione che vuole. Ebbene, Gesù, nel fare la sua Grande Promessa, si contentò di metterci soltanto questa condizione: fare la Comunione nei primi Venerdì di nove mesi consecutivi.
Per poter ricevere i frutti della Grande Promessa
Alle ore 17:00 incontro Apostolato della Preghiera
Nel mese di gennaio 2024 papa Francesco ci chiede di pregare insieme a lui “perché lo Spirito ci aiuti a riconoscere il dono dei diversi carismi dentro le comunità cristiane e a scoprire la ricchezza delle differenti tradizioni rituali in seno alla Chiesa Cattolica”.
Giovanni Melchiorre Bosco, meglio noto come don Bosco, è stato un presbitero e pedagogo italiano, fondatore delle congregazioni dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice. È stato canonizzato da papa Pio XI il 1º aprile 1934. È considerato uno dei santi sociali torinesi.
Il 31 gennaio 1988 Giovanni Paolo II lo dichiarò «padre e maestro della gioventù». «Alla scuola di don Bosco, noi facciamo consistere la santità nello stare molto allegri e nell’adempimento perfetto dei nostri doveri», disse san Domenico Savio.
Domenica 28 Sono presenti sul sagrato i volontari di ANT per raccolta fondi (arance)
Mercoledì 31 San Giovanni Bosco
Giovedì 1 febbraio Ore 17,00 Incontro AdP
Venerdì 2 Primo Venerdì del mese.
Festa della presentazione di Gesù al Tempio – Candelora –
Ore 16,30 Adorazione eucaristica
Ore 18,00 Messa con benedizione delle Candele
Domenica 4 Prima domenica del mese
Raccolta per i lavori della chiesa
Ore 15,30 incontro con quanti desiderano continuare il cammino sinodale.
L’incontro si svolgerà negli spazi della casa della famiglia parrocchiale.
Le oltre duecento opere della mostra “Pulcherrima Testimonia. Tesori nascosti nell’Arcidiocesi di Firenze”, ospitata nel complesso della Basilica di San Lorenzo nel Salone di Donatello, e visitabile fino all’8 settembre, sono una significativa sintesi dell’immenso patrimonio artistico conservato e custodito nel territorio della diocesi di Firenze che si estende dalle pendici dell’Appennino tosco-emiliano fino a lambire la provincia di Siena. La mostra nasce da un importante lavoro di inventariazione e catalogazione che si è concluso dopo dieci anni.
L’enorme inventario, che ha portato alla compilazione di oltre 271.000 schede, è stato possibile grazie ad una parte dei fondi 8xmille che la diocesi ha destinato a questo scopo.
Lla mostra, ad ingresso gratuito, rimarrà aperta fino al 7 settembre 2024 e ci sarà la possibilità di organizzare visite guidate per le parrocchie.
I due santi sono i collaboratori più stretti dell’apostolo Paolo. Timoteo era nato a Listra da madre giudea e padre pagano. Si era avvicinato alla comunità cristiana e, poiché aveva una buona conoscenza delle Scritture, godeva di grande stima presso i fratelli. Quando, verso l’anno 50, passò da Listra, Paolo lo fece circoncidere per rispetto verso i giudei e lo scelse come compagno di viaggio. Con Paolo, Timoteo attraversò l’Asia Minore e raggiunse la Macedonia. Accompagnò poi l’apostolo ad Atene e di lì venne inviato a Tessalonica. Quindi proseguì a sua volta per Corinto e collaborò all’evangelizzazione della città sull’istmo. Tito era di famiglia greca, ancora pagana, e venne convertito dall’apostolo in uno dei suoi viaggi.
Egli viene inviato in particolare alla comunità di Corinto con lo scopo di riconciliare i cristiani di quella città con l’apostolo. Quando si reca a Gerusalemme per l’incontro con gli apostoli, Paolo porta con sé Timoteo il circonciso insieme con Tito l’incirconciso. Nei suoi due collaboratori egli riunisce simbolicamente gli uomini della legge e gli uomini dalle genti.
Secondo la tradizione Paolo scrisse due lettere a Timoteo e una a Tito quando erano rispettivamente vescovi di Efeso e di Creta. Sono le uniche due lettere del Nuovo Testamento indirizzate non a comunità, ma a persone. L’apostolo, ormai anziano, si lascia finalmente andare ad annotazioni ricche di affetto verso i suoi due discepoli nella fiducia di aver messo nelle giuste mani l’annuncio del Vangelo del Signore.
Secondo Benedetto XVI,Timoteo e Tito «ci insegnano a servire il Vangelo con generosità e a essere i primi nelle opere buone». Ad oggi festeggiati insieme il 26 gennaio, giorno seguente alla festa della Conversione di San Paolo, sino al Messale del 1962 erano ricordati separatamente, San Timoteo al 24 gennaio come vescovo e martire, San Tito al 6 febbraio come vescovo e confessore.
Festa della Conversione di san Paolo Apostolo, al quale, mentre percorreva la via di Damasco spirando ancora minacce e stragi contro i discepoli del Signore, Gesù in persona si manifestò glorioso lungo la strada affinché, colmo di Spirito Santo, annunciasse il Vangelo della salvezza alle genti, patendo molto per il nome di Cristo.
Convertirsi, ovvero, secondo l’etimologia, invertire la direzione. Eppure san Paolo, in cammino tra Gerusalemme e Damasco alla caccia dei cristiani, che considerava eretici, non è tornato indietro. Una luce, una voce, l’umiliazione della caduta – gli Atti degli Apostoli narrano l’evento al capitolo 9 – e poi la cecità: Saulo divenne così un uomo nuovo. Eppure continuò sulla strada e raggiunse la sua meta, Damasco. Ma non come aveva immaginato e sperato, perché vi fu condotto come un infermo. La strada rimase quella ma gli occhi di Paolo ne vedevano una diversa, una nuova: quella vecchia lo portava verso l’odio, quella nuova verso la luce. Allora forse, convertirsi significa non tanto cambiare strada, ma “trasformare” la propria strada.
Il 24 gennaio la Chiesa ricorda il vescovo di Ginevra, divenuto patrono dei giornalisti e degli operatori della comunicazione.
San Francesco di Sales ricondusse alla comunione cattolica moltissimi fratelli da essa separati, insegnò ai cristiani con i suoi scritti la devozione e l’amore di Dio e istituì, insieme a santa Giovanna di Chantal, l’Ordine della Visitazione; vivendo poi a Lione in umiltà, rese l’anima a Dio il 28 dicembre e fu sepolto in questo giorno ad Annecy.